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2 Samuel 22:35-51

35 Egli ammaestra le mie mani alla battaglia e le mie braccia tendono un arco di rame.

36 Tu m’hai anche dato lo scudo della tua salvezza, e la tua benignità m’ha fatto grande.

37 Tu hai allargato la via ai miei passi; e i miei piedi non hanno vacillato.

38 Io ho inseguito i miei nemici e li ho distrutti, e non son tornato addietro prima d’averli annientati.

39 Li ho annientati, schiacciati; e non son risorti; son caduti sotto i miei piedi.

40 Tu m’hai cinto di forza per la guerra, tu hai fatto piegare sotto di me i miei avversari;

41 hai fatto voltar le spalle davanti a me ai miei nemici, a quelli che m’odiavano, ed io li ho distrutti.

42 Hanno guardato, ma non vi fu chi li salvasse; han gridato all’Eterno, ma egli non rispose loro;

43 io li ho tritati come polvere della terra, li ho pestati, calpestati, come il fango delle strade.

44 Tu m’hai liberato dalle dissensioni del mio popolo, m’hai conservato capo di nazioni; un popolo che non conoscevo m’è stato sottoposto.

45 I figli degli stranieri m’hanno reso omaggio, al solo udir parlare di me, m’hanno prestato ubbidienza.

46 I figli degli stranieri son venuti meno, sono usciti tremanti dai loro ripari.

47 Viva l’Eterno! Sia benedetta la mia ròcca! e sia esaltato Iddio, la ròcca della mia salvezza!

48 l’Iddio che fa la mia vendetta, e mi sottomette i popoli,

49 che mi trae dalle mani dei miei nemici. Sì, tu mi sollevi sopra i miei avversari mi riscuoti dall’uomo violento.

50 Perciò, o Eterno, ti loderò fra le nazioni, e salmeggerò al tuo nome.

51 Grandi liberazioni egli accorda al suo re, ed usa benignità verso il suo unto, verso Davide e la sua progenie in perpetuo".

2 Samuel 23

1 Queste sono le ultime parole di Davide: "Parola di Davide, figliuolo d’Isai, Parola dell’uomo che fu elevato ad alta dignità, dell’unto dell’Iddio di Giacobbe, del dolce cantore d’Israele:

2 Lo spirito dell’Eterno ha parlato per mio mezzo, e la sua parola è stata sulle mie labbra.

3 L’Iddio d’Israele ha parlato, la Ròcca d’Israele m’ha detto: "Colui che regna sugli uomini con giustizia, colui che regna con timor di Dio,

4 è come la luce mattutina, quando il sole si leva in un mattino senza nuvole, e col suo splendore, dopo la pioggia, fa spuntare l’erbetta dalla terra".

5 Non è egli così della mia casa dinanzi a Dio? Poich’egli ha fermato con me un patto eterno, in ogni punto ben regolato e sicuro appieno. Non farà egli germogliare la mia completa salvezza e tutto ciò ch’io bramo?

6 Ma gli scellerati tutti quanti son come spine che si buttan via e non si piglian con la mano;

7 chi le tocca s’arma d’un ferro o d’un’asta di lancia e si bruciano interamente là dove sono".

8 Questi sono i nomi dei valorosi guerrieri che furono al servizio di Davide: Josheb-Basshebeth, il Tahkemonita, capo dei principali ufficiali. Egli impugnò la lancia contro ottocento uomini, che uccise in un solo scontro.

9 Dopo di lui veniva Eleazar, figliuolo di Dodo, figliuolo di Akoi, uno dei tre valorosi guerrieri che erano con Davide, quando sfidarono i Filistei raunati per combattere, mentre gli Israeliti si ritiravano sulle alture.

10 Egli si levò, percosse i Filistei, finché la sua mano, spossata, rimase attaccata alla spada. E l’Eterno concesse in quel giorno una gran vittoria, e il popolo tornò a seguire Eleazar soltanto per spogliare gli uccisi.

11 Dopo di lui veniva Shamma, figliuolo di Aghé, lo Hararita. I Filistei s’erano radunati in massa; e in quel luogo v’era un campo pieno di lenticchie; e, come i popolo fuggiva dinanzi ai Filistei,

12 Shamma si piantò in mezzo al campo, lo difese, e sconfisse i Filistei. E l’Eterno concesse una gran vittoria.

13 Tre dei trenta capi scesero, al tempo della mietitura, e vennero da Davide nella spelonca di Adullam, mentre una schiera di Filistei era accampata nella valle dei Refaim.

14 Davide era allora nella fortezza, e c’era un posto di Filistei a Bethlehem.

15 Davide ebbe un desiderio, e disse: "Oh se qualcuno mi desse da bere dell’acqua del pozzo ch’è vicino alla porta di Bethlehem!"

16 E i tre prodi s’aprirono un varco attraverso al campo filisteo, attinsero dell’acqua dal pozzo di Bethlehem, vicino alla porta; e presala seco, la presentarono a Davide; il qual però non ne volle bere, ma la sparse davanti all’Eterno,

17 dicendo: "Lungi da me, o Eterno, ch’io faccia tal cosa! Beverei io il sangue di questi uomini, che sono andati là a rischio della loro vita?" E non la volle bere. Questo fecero quei tre prodi.

18 Abishai, fratello di Joab, figliuolo di Tseruia, fu il capo di altri tre. Egli impugnò la lancia contro trecento uomini, e li uccise; e s’acquistò fama fra i tre.

19 Fu il più illustre dei tre, e perciò fu fatto loro capo; nondimeno non giunse ad eguagliare i primi tre.

20 Poi veniva Benaia da Kabtseel, figliuolo di Jehoiada, figliuolo di Ish-hai, celebre per le sue prodezze. Egli uccise i due grandi eroi di Moab. Discese anche in mezzo a una cisterna, dove uccise un leone, un giorno di neve.

21 E uccise pure un Egiziano, d’aspetto formidabile, e che teneva una lancia in mano; ma Benaia gli scese contro con un bastone, strappò di mano all’Egiziano la lancia, e se ne servì per ucciderlo.

22 Questo fece Benaia, figliuolo di Jehoiada; e s’acquistò fama fra i tre prodi.

23 Fu il più illustre dei trenta; nondimeno non giunse ad eguagliare i primi tre. E Davide lo ammise nel suo consiglio.

24 Poi v’erano: Asael, fratello di Joab, uno dei trenta; Elkanan, figliuolo di Dodo, da Bethlehem;

25 Shamma da Harod; Elika da Harod;

26 Helets da Pelet; Ira, figliuolo di Ikkesh, da Tekoa;

27 Abiezer da Anathoth; Mebunnai da Husha;

28 Tsalmon da Akoa; Maharai da Netofa;

29 Heleb, figliuolo di Baana, da Netofa; Ittai, figliuolo di Ribai, da Ghibea, de’ figliuoli di Beniamino;

30 Benaia da Pirathon; Hiddai da Nahale-Gaash;

31 Abi-Albon d’Arbath; Azmavet da Barhum;

32 Eliahba da Shaalbon; Bene-Jashen; Gionathan;

33 Shamma da Harar; Ahiam, figliuolo di Sharar, da Arar;

34 Elifelet, figliuolo di Ahasbai, figliuolo di un Maacatheo; Eliam, figliuolo di Ahitofel, da Ghilo;

35 Hetsrai da Carmel; Paarai da Arab;

36 Igal, figliuolo di Nathan, da Tsoba; Bani da Gad;

37 Tselek, l’Ammonita; Naharai da Beeroth, scudiero di Joab, figliuolo di Tseruia;

38 Ira da Jether; Gareb da Jether;

39 Uria, lo Hitteo. In tutto trentasette.

2 Samuel 24

1 Or l’Eterno s’accese di nuovo d’ira contro Israele, ed incitò Davide contro il popolo, dicendo: "Va’ e fa’ il censimento d’Israele e di Giuda".

2 E il re disse a Joab, ch’era il capo dell’esercito, e ch’era con lui: "Va’ attorno per tutte le tribù d’Israele, da Dan fino a Beer-Sheba, e fate il censimento del popolo perch’io ne sappia il numero".

3 Joab rispose al re: "L’Eterno, l’Iddio tuo, moltiplichi il popolo cento volte più di quello che è, e faccia sì che gli occhi del re, mio signore, possano vederlo! Ma perché il re mio signore prende egli piacere nel far questo?"

4 Ma l’ordine del re prevalse contro Joab e contro i capi dell’esercito, e Joab e i capi dell’esercito partirono dalla presenza del re per andare a fare il censimento del popolo d’Israele.

5 Passarono il Giordano, e si accamparono ad Aroer, a destra della città ch’è in mezzo alla valle di Gad, e presso Jazer.

6 Poi andarono in Galaad e nel paese di Tahtim-Hodshi; poi andarono Dan-Jaan e nei dintorni di Sidon;

7 andarono alla fortezza di Tiro e in tutte le città degli Hivvei e dei Cananei, e finirono col mezzogiorno di Giuda, a Beer-Sheba.

8 Percorsero così tutto il paese, e in capo a nove mesi e venti giorni tornarono a Gerusalemme.

9 Joab rimise al re la cifra del censimento del popolo: c’erano in Israele ottocentomila uomini forti, atti a portare le armi; e in Giuda, cinquecentomila.

10 E dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo, provò un rimorso al cuore, e disse all’Eterno: "Io ho gravemente peccato in questo che ho fatto; ma ora, o Eterno, perdona l’iniquità del tuo servo, poiché io ho agito con grande stoltezza".

11 E quando Davide si fu alzato la mattina, la parola dell’Eterno fu così rivolta al profeta Gad, il veggente di Davide:

12 "Va’ a dire a Davide: Così dice l’Eterno: Io ti propongo tre cose: sceglitene una, e quella ti farò".

13 Gad venne dunque a Davide, gli riferì questo, e disse: "Vuoi tu sette anni di carestia nel tuo paese, ovvero tre mesi di fuga d’innanzi ai tuoi nemici che t’inseguano, ovvero tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti, e vedi che cosa io debba rispondere a colui che mi ha mandato".

14 E Davide disse a Gad: "Io sono in una grande angoscia! Ebbene, che cadiamo nelle mani dell’Eterno, giacché le sue compassioni sono immense; ma ch’io non cada nelle mani degli uomini!"

15 Così l’Eterno mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; e da Dan a Beer-Sheba morirono settantamila persone del popolo.

16 E come l’angelo stendeva la sua mano su Gerusalemme per distruggerla, l’Eterno si pentì della calamità ch’egli aveva inflitta, e disse all’angelo che distruggeva il popolo: "Basta; ritieni ora la tua mano!" Or l’angelo dell’Eterno si trovava presso l’aia di Arauna, il Gebuseo.

17 E Davide, vedendo l’angelo che colpiva il popolo, disse all’Eterno: "Son io che ho peccato; son io che ho agito iniquamente; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano si volga dunque contro di me e contro la casa di mio padre!"

18 E quel giorno Gad venne da Davide, e gli disse: "Sali, erigi un altare all’Eterno nell’aia di Arauna, il Gebuseo".

19 E Davide salì, secondo la parola di Gad, come l’Eterno avea comandato.

20 Arauna guardò, e vide il re e i suoi servi, che si dirigevano verso di lui; e Arauna uscì e si prostrò dinanzi al re, con la faccia a terra.

21 Poi Arauna disse: "Perché il re, mio signore, viene dal suo servo?" E Davide rispose: "Per comprare da te quest’aia ed erigervi un altare all’Eterno, affinché la piaga cessi d’infierire sul popolo".

22 Arauna disse a Davide: "Il re, mio signore, prenda e offra quello che gli piacerà! Ecco i buoi per l’olocausto; e le macchine da trebbiare e gli arnesi da buoi serviranno per legna.

23 Tutte queste cose, o re, Arauna te le ". Poi Arauna disse al re: "L’Eterno, il tuo Dio, ti sia propizio!"

24 Ma il re rispose ad Arauna: "No, io comprerò da te queste cose per il loro prezzo, e non offrirò all’Eterno, al mio Dio, olocausti che non mi costino nulla". E Davide comprò l’aia ed i buoi per cinquanta sicli d’argento;

25 edificò quivi un altare all’Eterno, e offrì olocausti e sacrifizi di azioni di grazie. Così l’Eterno fu placato verso il paese, e la piaga cessò d’infierire sul popolo.