140. Castità e impudicizia fanno riferimento ai matrimoni, perché il legame coniugale è iscritto in entrambi i sessi, dalle cose più intime a quelle più squisitamente esteriori, e a misura di questa influenza è l'uomo, in quanto ai suoi pensieri e affezioni, e quindi sia interiormente sia con gli atti e le movenze del corpo. Che sia così appare in modo più evidente attraverso l’impudico. L’impudicizia residente nelle loro menti si avverte dal tono del loro discorso, e da ogni riferimento di questo nella conversazione che, seppure casta verte su cose oscene. (Il tono del discorso dipende dalla volontà, le parole vengono dal ragionamento). Questo è un segno che la volontà, e tutte le cose che le appartengono, nonché la capacità di intendere con tutte le cose che le appartengono, e così la mente e tutte le cose del corpo, dalle più intime a quelle più esteriori, sconfinano nella follia presso gli impudichi. Ho sentito dire dagli angeli che, per quanto gli ipocriti più consumati possano parlare pudicamente, la loro impudicizia è percepita dall'orecchio, ed è avvertita anche dalla sfera che emana da essi. Anche questo è un segno che l’impudicizia risiede nell’intimo delle loro menti, e di conseguenza nell’intimo dei loro corpi; e che questa è esteriormente nascosta alla vista, come una crosta, dipinta con figure di vari colori. Che una sfera di lussuria sortisce dall’impudico è evidente dalle leggi dei figli di Israele, per le quali le cose immonde contaminano chiunque le abbia soltanto sfiorato con la mano. Da queste considerazioni si può concludere che è lo stesso per il casto; vale a dire, che presso di loro tutte le cose sono caste, dalle più intime alle più esteriori, e che la castità dell'amore coniugale produce questo effetto. Da qui il detto del mondo, secondo cui nel puro tutte le cose sono pure, e nell’impuro tutte le cose sono impure.
