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Studie

     

Job 24:13-25

13 Ve ne son di quelli che si ribellano alla luce, non ne conoscono le vie, non ne battono i sentieri.

14 L’assassino si leva sul far del giorno, e ammazza il meschino e il povero; la notte fa il ladro.

15 L’occhio dell’adultero spia il crepuscolo, dicendo: "Nessuno mi vedrà!" e si copre d’un velo la faccia.

16 I ladri, di notte, sfondano le case; di giorno, si tengono rinchiusi; non conoscono la luce.

17 Il mattino è per essi come ombra di morte; appena lo scorgono provano i terrori del buio.

18 Voi dite: "L’empio è una festuca sulla faccia dell’acque; la sua parte sulla terra è maledetta; non prenderà più la via delle vigne.

19 Come la siccità e il calore assorbon le acque della neve, così il soggiorno de’ morti inghiottisce chi ha peccato.

20 Il seno che lo portò l’oblia; i vermi ne fanno il loro pasto delizioso, nessuno più lo ricorda.

21 L’iniquo sarà troncato come un albero: ei che divorava la sterile, priva di figli, e non faceva del bene alla vedova!"

22 Invece, Iddio con la sua forza prolunga i giorni dei prepotenti, i quali risorgono, quand’ormai disperavan della vita.

23 loro sicurezza, fiducia, e i suoi occhi vegliano sul loro cammino.

24 Salgono in alto, poi scompaiono ad un tratto; cadono, son mietuti come gli altri mortali; son falciati come le spighe del grano maturo.

25 Se così non è, chi mi smentirà, chi annienterà il mio dire?"

Job 25

1 Allora Bildad di Suach rispose e disse:

2 "A Dio appartiene il dominio e il terrore: egli fa regnare la pace ne’ suoi luoghi altissimi.

3 Le sue legioni si posson forse contare? Su chi non si leva la sua luce?

4 Come può dunque l’uomo esser giusto dinanzi a Dio? Come può esser puro il nato dalla donna?

5 Ecco, la luna stessa manca di chiarore, e le stelle non son pure agli occhi di lui;

6 quanto meno l’uomo, ch’è un verme, il figliuol d’uomo ch’è un vermicciuolo!"

Job 26

1 Allora Giobbe rispose e disse:

2 "Come hai bene aiutato il debole! Come hai sorretto il braccio senza forza!

3 Come hai ben consigliato chi è privo di sapienza! E che abbondanza di sapere tu gli hai comunicato!

4 Ma a chi ti credi di aver parlato? E di chi è lo spirito che parla per mezzo tuo?

5 Dinanzi a Dio tremano le ombre disotto alle acque ed ai loro abitanti.

6 Dinanzi a lui il soggiorno dei morti è nudo, l’abisso è senza velo.

7 Egli distende il settentrione sul vuoto, sospende la terra sul nulla.

8 Rinchiude le acque nelle sue nubi, e le nubi non scoppiano per il peso.

9 Nasconde l’aspetto del suo trono, vi distende sopra le sue nuvole.

10 Ha tracciato un cerchio sulla faccia dell’acque, là dove la luce confina colle tenebre.

11 Le colonne del cielo sono scosse, e tremano alla sua minaccia.

12 Con la sua forza egli solleva il mare, con la sua intelligenza ne abbatte l’orgoglio.

13 Al suo soffio il cielo torna sereno, la sua mano trafigge il drago fuggente.

14 Ecco, questi non son che gli estremi lembi dell’azione sua. Non ce ne giunge all’orecchio che un breve sussurro; Ma il tuono delle sue potenti opere chi lo può intendere?"

Job 27

1 Giobbe riprese il suo discorso e disse:

2 "Come vive Iddio che mi nega giustizia, come vive l’Onnipotente che mi amareggia l’anima,

3 finché avrò fiato e il soffio di Dio sarà nelle mie nari,

4 le mie labbra, no, non diranno nulla d’ingiusto, e la mia lingua non proferirà falsità.

5 Lungi da me l’idea di darvi ragione! Fino all’ultimo respiro non mi lascerò togliere la mia integrità.

6 Ho preso a difendere la mia giustizia e non cederò; il cuore non mi rimprovera uno solo de’ miei giorni.

7 Sia trattato da malvagio il mio nemico e da perverso chi si leva contro di me!

8 Quale speranza rimane mai all’empio quando Iddio gli toglie, gli rapisce l’anima?

9 Iddio presterà egli orecchio al grido di lui, quando gli verrà sopra la distretta?

10 Potrà egli prendere il suo diletto nell’Onnipotente? invocare Iddio in ogni tempo?

11 Io vi mostrerò il modo d’agire di Dio, non vi nasconderò i disegni dell’Onnipotente.

12 Ma queste cose voi tutti le avete osservate e perché dunque vi perdete in vani discorsi?

13 Ecco la parte che Dio riserba all’empio, l’eredità che l’uomo violento riceve dall’Onnipotente.

14 Se ha figli in gran numero son per la spada; la sua progenie non avrà pane da saziarsi.

15 I superstiti son sepolti dalla morte, e le vedove loro non li piangono.

16 Se accumula l’argento come polvere, se ammucchia vestiti come fango;

17 li ammucchia, sì, ma se ne vestirà il giusto, e l’argento l’avrà come sua parte l’innocente.

18 La casa ch’ei si edifica è come quella della tignuola, come il capanno che fa il guardiano della vigna.

19 Va a letto ricco, ma per l’ultima volta; apre gli occhi e non è più.

20 Terrori lo sorprendono come acque; nel cuor della notte lo rapisce un uragano.

21 Il vento d’oriente lo porta via, ed egli se ne va; lo spazza in un turbine dal luogo suo.

22 Iddio gli scaglia addosso i suoi dardi, senza pietà, per quanto egli tenti di scampare a’ suoi colpi.

23 La gente batte le mani quando cade, e fischia dietro a lui quando lascia il luogo dove stava.

Job 28

1 Ha una miniera l’argento, e l’oro un luogo dove lo si affina.

2 Il ferro si cava dal suolo, e la pietra fusa dà il rame.

3 L’uomo ha posto fine alle tenebre, egli esplora i più profondi recessi, per trovar le pietre che son nel buio, nell’ombra di morte.

4 Scava un pozzo lontan dall’abitato; il piede più non serve a quei che vi lavorano; son sospesi, oscillano lungi dai mortali.

5 Dalla terra esce il pane, ma, nelle sue viscere, è sconvolta come dal fuoco.

6 Le sue rocce son la dimora dello zaffiro, e vi si trova della polvere d’oro.

7 L’uccello di rapina non conosce il sentiero che vi mena, né l’ha mai scorto l’occhio del falco.

8 Le fiere superbe non vi hanno messo piede, e il leone non v’è passato mai.

9 L’uomo stende la mano sul granito, rovescia dalle radici le montagne.

10 Pratica trafori per entro le rocce, e l’occhio suo scorge quanto v’è di prezioso.

11 Infrena le acque perché non gemano, e le cose nascoste trae fuori alla luce.

12 Ma la Sapienza, dove trovarla? E dov’è il luogo della Intelligenza?

13 L’uomo non ne sa la via, non la si trova sulla terra de’ viventi.

14 L’abisso dice: "Non è in me"; il mare dice: "Non sta da me".

15 Non la si ottiene in cambio d’oro, né la si compra a peso d’argento.

16 Non la si acquista con l’oro di Ofir, con l’onice prezioso o con lo zaffiro.

17 L’oro ed il vetro non reggono al suo confronto, non la si dà in cambio di vasi d’oro fino.

18 Non si parli di corallo, di cristallo; la Sapienza val più delle perle.

19 Il topazio d’Etiopia non può starle a fronte, l’oro puro non ne bilancia il valore.

20 Donde vien dunque la Sapienza? E dov’è il luogo della Intelligenza?

21 Essa è nascosta agli occhi d’ogni vivente, è celata agli uccelli del cielo.

22 L’abisso e la morte dicono: "Ne abbiamo avuto qualche sentore".

23 Dio solo conosce la via che vi mena, egli solo sa il luogo dove dimora,

24 perché il suo sguardo giunge sino alle estremità della terra, perch’egli vede tutto quel ch’è sotto i cieli.

25 Quando regolò il peso del vento e fissò la misura dell’acque,

26 quando dette una legge alla pioggia e tracciò la strada al lampo dei tuoni,

27 allora la vide e la rivelò, la stabilì ed anche l’investigò.

28 E disse all’uomo: "Ecco: temere il Signore: questa è la Sapienza, e fuggire il male è l’Intelligenza"."

Job 29:1-13

1 Giobbe riprese il suo discorso e disse:

2 "Oh foss’io come ne’ mesi d’una volta, come ne’ giorni in cui Dio mi proteggeva,

3 quando la sua lampada mi risplendeva sul capo, e alla sua luce io camminavo nelle tenebre!

4 Oh fossi com’ero a’ giorni della mia maturità, quando Iddio vegliava amico sulla mia tenda,

5 quando l’Onnipotente stava ancora meco, e avevo i miei figliuoli d’intorno;

6 quando mi lavavo i piedi nel latte e dalla roccia mi fluivano ruscelli d’olio!

7 Allorché uscivo per andare alla porta della città e mi facevo preparare il seggio sulla piazza,

8 i giovani, al vedermi, si ritiravano, i vecchi s’alzavano e rimanevano in piedi;

9 i maggiorenti cessavan di parlare e si mettevan la mano sulla bocca;

10 la voce dei capi diventava muta, la lingua s’attaccava al loro palato.

11 L’orecchio che mi udiva, mi diceva beato; l’occhio che mi vedeva mi rendea testimonianza,

12 perché salvavo il misero che gridava aiuto, e l’orfano che non aveva chi lo soccorresse.

13 Scendea su me la benedizione di chi stava per perire, e facevo esultare il cuor della vedova.