步骤 147

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Job第16章:11-22

11 Iddio mi dà in balìa degli empi, mi getta in mano dei malvagi.

12 Vivevo in pace, ed egli m’ha scosso con violenza, m’ha preso per la nuca, m’ha frantumato, m’ha posto per suo bersaglio.

13 I suoi arcieri mi circondano, egli mi trafigge i reni senza pietà, sparge a terra il mio fiele.

14 Apre sopra di me breccia su breccia, mi corre addosso come un guerriero.

15 Mi son cucito un cilicio sulla pelle, ho prostrato la mia fronte nella polvere.

16 Il mio viso è rosso di pianto, e sulle mie palpebre si stende l’ombra di morte.

17 Eppure, le mie mani non commisero mai violenza, e la mia preghiera fu sempre pura.

18 O terra, non coprire il mio sangue, e non vi sia luogo ove si fermi il mio grido!

19 Già fin d’ora, ecco, il mio Testimonio è in cielo, il mio Garante è nei luoghi altissimi.

20 Gli amici mi deridono, ma a Dio si volgon piangenti gli occhi miei;

21 sostenga egli le ragioni dell’uomo presso Dio, le ragioni del figliuol d’uomo contro i suoi compagni!

22 Poiché, pochi anni ancora, e me ne andrò per una via senza ritorno.

Job第17章

1 Il mio soffio vitale si spenge, i miei giorni si estinguono, il sepolcro m’aspetta!

2 Sono attorniato di schernitori e non posso chiuder occhio per via delle lor parole amare.

3 O Dio, da’ un pegno, sii tu il mio mallevadore presso di te; se no, chi metterà la sua nella mia mano?

4 Poiché tu hai chiuso il cuor di costoro alla ragione, e però non li farai trionfare.

5 Chi denunzia un amico sì che diventi preda altrui, vedrà venir meno gli occhi de’ suoi figli.

6 Egli m’ha reso la favola dei popoli, e son divenuto un essere a cui si sputa in faccia.

7 L’occhio mio si oscura pel dolore, tutte le mie membra non son più che un’ombra.

8 Gli uomini retti ne son colpiti di stupore, e l’innocente insorge contro l’empio;

9 ma il giusto si attiene saldo alla sua via, e chi ha le mani pure viepiù si fortifica.

10 Quanto a voi tutti, tornate pure, fatevi avanti, ma fra voi non troverò alcun savio.

11 I miei giorni passano, i miei disegni, i disegni cari al mio cuore, sono distrutti,

12 e costoro pretendon che la notte sia giorno, che la luce sia vicina, quando tutto è buio!

13 Se aspetto come casa mia il soggiorno de’ morti, se già mi son fatto il letto nelle tenebre,

14 se ormai dico al sepolcro "tu sei mio padre" e ai vermi: "siete mia madre e mia sorella",

15 dov’è dunque la mia speranza? questa speranza mia chi la può scorgere?

16 Essa scenderà alle porte del soggiorno de’ morti, quando nella polvere troverem riposo assieme".

Job第18章

1 Allora Bildad di Suach rispose e disse:

2 "Quando porrete fine alle parole? Fate senno, e poi parleremo.

3 Perché siamo considerati come bruti e perché siamo agli occhi vostri degli esseri impuri?

4 O tu, che nel tuo cruccio laceri te stesso, dovrà la terra, per cagion tua, essere abbandonata e la roccia esser rimossa dal suo luogo?

5 Sì, la luce dell’empio si spegne, e la fiamma del suo fuoco non brilla.

6 La luce si oscura nella sua tenda, e la lampada che gli sta sopra si spegne.

7 I passi che facea nella sua forza si raccorciano, e i suoi propri disegni lo menano a ruina.

8 Poiché i suoi piedi lo traggon nel tranello, e va camminando sulle reti.

9 Il laccio l’afferra pel tallone, e la trappola lo ghermisce.

10 Sta nascosta in terra per lui un’insidia, e sul sentiero lo aspetta un agguato.

11 Paure lo atterriscono d’ogn’intorno, lo inseguono, gli stanno alle calcagna.

12 La sua forza vien meno dalla fame, la calamità gli sta pronta al fianco.

13 Gli divora a pezzo a pezzo la pelle, gli divora le membra il primogenito della morte.

14 Egli è strappato dalla sua tenda che credea sicura, e fatto scendere verso il re degli spaventi.

15 Nella sua tenda dimora chi non è de’ suoi, e la sua casa è cosparsa di zolfo.

16 In basso s’inaridiscono le sue radici, in alto son tagliati i suoi rami.

17 La sua memoria scompare dal paese, più non s’ode il suo nome per le campagne.

18 E’ cacciato dalla luce nelle tenebre, ed è bandito dal mondo.

19 Non lascia tra il suo popolo né figli, né nipoti, nessun superstite dov’egli soggiornava.

20 Quei d’occidente son stupiti della sua sorte, e quei d’oriente ne son presi d’orrore.

21 Certo son tali le dimore dei perversi e tale è il luogo di chi non conosce Iddio".

Job第19章

1 Allora Giobbe rispose e disse:

2 "Fino a quando affliggerete l’anima mia e mi tormenterete coi vostri discorsi?

3 Son già dieci volte che m’insultate, e non vi vergognate di malmenarmi.

4 Dato pure ch’io abbia errato, il mio errore concerne me solo.

5 Ma se proprio volete insuperbire contro di me e rimproverarmi la vergogna in cui mi trovo,

6 allora sappiatelo: chi m’ha fatto torto e m’ha avvolto nelle sue reti è Dio.

7 Ecco, io grido: "Violenza!" e nessuno risponde; imploro aiuto, ma non c’è giustizia!

8 Dio m’ha sbarrato la via e non posso passare, ha coperto di tenebre il mio cammino.

9 M’ha spogliato della mia gloria, m’ha tolto dal capo la corona.

10 M’ha demolito a brano a brano, e io me ne vo! ha sradicata come un albero la mia speranza.

11 Ha acceso l’ira sua contro di me, e m’ha considerato come suo nemico.

12 Le sue schiere son venute tutte insieme, si sono spianata la via fino a me, han posto il campo intorno alla mia tenda.

13 Egli ha allontanato da me i miei fratelli, i miei conoscenti si son del tutto alienati da me.

14 M’hanno abbandonato i miei parenti, gl’intimi miei m’hanno dimenticato.

15 I miei domestici e le mie serve mi trattan da straniero; agli occhi loro io sono un estraneo.

16 Chiamo il mio servo, e non risponde, devo supplicarlo con la mia bocca.

17 Il mio fiato ripugna alla mia moglie, faccio pietà a chi nacque dal seno di mia madre.

18 Perfino i bimbi mi sprezzano; se cerco d’alzarmi mi scherniscono.

19 Tutti gli amici più stretti m’hanno in orrore, e quelli che amavo mi si son vòlti contro.

20 Le mie ossa stanno attaccate alla mia pelle, alla mia carne, non m’è rimasto che la pelle de’ denti.

21 Pietà, pietà di me, voi, miei amici! ché la man di Dio m’ha colpito.

22 Perché perseguitarmi come fa Dio? Perché non siete mai sazi della mia carne?

23 Oh se le mie parole fossero scritte! se fossero consegnate in un libro!

24 se con lo scalpello di ferro e col piombo fossero incise nella roccia per sempre!…

25 Ma io so che il mio Vindice vive, e che alla fine si leverà sulla polvere.

26 E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Iddio.

27 Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno gli occhi miei, non quelli d’un altro… il cuore, dalla brama, mi si strugge in seno!

28 Se voi dite: Come lo perseguiteremo, come troveremo in lui la causa prima dei suoi mali?

29 Temete per voi stessi la spada, ché furiosi sono i castighi della spada affinché sappiate che v’è una giustizia".

Job第20章:1-11

1 Allora Tsofar di Naama rispose e disse:

2 "Quel che tu dici mi spinge a risponderti e ne suscita in me il fervido impulso.

3 Ho udito rimproveri che mi fanno oltraggio; ma lo spirito mio mi darà una risposta assennata.

4 Non lo sai tu che in ogni tempo, da che l’uomo è stato posto sulla terra,

5 il trionfo de’ malvagi è breve, e la gioia degli empi non dura che un istante?

6 Quando la sua altezza giungesse fino al cielo ed il suo capo toccasse le nubi,

7 l’empio perirà per sempre come lo sterco suo; quelli che lo vedevano diranno: "Dov’è?"

8 Se ne volerà via come un sogno, e non si troverà più; dileguerà come una visione notturna.

9 L’occhio che lo guardava, cesserà di vederlo, e la sua dimora più non lo scorgerà.

10 I suoi figli si raccomanderanno ai poveri, e le sue mani restituiranno la sua ricchezza.

11 Il vigor giovanile che gli riempiva l’ossa giacerà nella polvere con lui.