Divina Provvidenza #235

За Емануель Сведенборг

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235. Chi non riconosce affatto la Divina Provvidenza, in cuor suo non riconosce Dio: invece di Dio riconosce la natura, e l'umana prudenza invece della Divina Provvidenza. Ciò può non apparire esteriormente, perché l'uomo può pensare in un modo e parlare in un altro; egli può pensare e parlare in un modo dalla sua interiorità, e in un altro modo dalla sua esteriorità. È come un cardine che può far girare una porta in entrambi i sensi: in un senso quando si entra, e nell'altro quando si esce; o come una vela che può dirigere la nave da una parte o dall’altra, a seconda di come il nocchiero la spiega. Coloro che si sono convinti dell'umana prudenza a tal punto da aver negato la Divina Provvidenza, qualunque cosa vedano, odano e leggano, quando vi pongono mente non si accorgono d'altro, e neppure possono farlo, perché non ricevono nulla dal cielo, ma solamente da se stessi. Poiché essi basano le loro conclusioni sulle sole apparenze ed illusioni, e non vedono nient’altro, possono giurare che le cose stanno così. E anche se riconoscono la sola natura, essi possono adirarsi contro i difensori della Divina Provvidenza, eccetto quando si tratta di sacerdoti, perché pensano che in questo caso sia una caratteristica della loro dottrina o della loro professione.

  
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